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Il codice tributo 1001: cos’è?
Il codice tributo 1001 è senza dubbio uno dei codici più importanti e anche uno di quelli più frequentemente utilizzati.
Si tratta del codice identificativo del versamento della ritenuta IRPEF (ovvero dell’imposta sul reddito delle persone fisiche) e che, pertanto, riguarda tutti quei soggetti che, svolgendo un lavoro subordinato, hanno diritto ad uno stipendio, un’indennità di trasferta, a mensilità aggiuntive e relativi conguagli, oppure per quei soggetti che sono titolari di una pensione.
Questi soggetti, ogni mese, si vedono detrarre dalla propria busta paga (o dalla propria pensione) una ritenuta IRPEF che, per tale motivo si definisce una ritenuta alla fonte.
Questa trattenuta, di importo variabile, sarà poi versata in un momento successivo dal datore di lavoro, spesso attraverso professionisti chiamati consulenti del lavoro, proprio attraverso il modello F24.
In questo caso il codice tributo che dovrà essere utilizzato è il codice 1001.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, il codice tributo 1001 viene così descritto: ritenute su retribuzioni, pensioni, trasferte, mensilità aggiuntive e relativo conguaglio. Il riferimento normativo alla base di questo tributo è Decreto del Presidente della Repubblica n. 600 del 29/09/1973, ovvero il decreto riguardante disposizioni comuni in materia di accertamento delle imposte sui redditi (più precisamente il riferimento è all’art. 23, comma 2). Sempre sul sito si trova anche una dettagliata spiegazione di come procedere per la compilazione della restante parte del modello F24.
Codice tributo 1001: come compilare l’F24
Innanzitutto la sezione che deve essere compilata è quella definita Erario, ovvero dove è indicata la dicitura IMPOSTE DIRETTE – IVA -RITENUTE ALLA FONTE – ALTRI TRIBUTI E INTERESSI.
Qui dovremo inserire, nello spazio dedicato al codice tributo, il nostro codice 1001. Dovrà poi essere inserito di seguito anche il mese (01 per gennaio, 02 per febbraio e così via) e l’anno di imposta (senza abbreviazioni, come ad esempio 2020) a cui il versamento si riferisce. Infine va indicato l’importo a debito.
Questi sono i soli dati da inserire, in automatico il sistema calcolerà l’importo totale da versare (che andrà eventualmente decurtato se saranno presenti dei crediti riferiti sempre a quel periodo).
Dopo aver compilato il modello in tutte le sue parti e dopo che il sistema avrà calcolato l’importo totale da versare, bisognerà solo scegliere la data del versamento (ogni tributo ha una scadenza diversa) e procedere con il pagamento.
Sanzioni per errato o mancato pagamento
Bisogna prestare molta attenzione a questo tributo, perché va ad incidere sulla sfera di un soggetto terzo (ovvero il lavoratore o il titolare di pensione). Innanzitutto è necessario ricordarsi di effettuare il versamento prima della scadenza mensile, altrimenti si andrà incontro al pagamento di una sanzione e degli interessi di mora calcolati su ogni giorno di ritardo. Inoltre bisogna prestare attenzione anche a tutti i campi compilati perché, anche un singolo errore deve essere sanato il prima possibile (questa volta senza sanzioni o more) con un ravvedimento (sempre tramite modello F24). Il rischio che si corre se non si presta attenzione è quello di vedersi recapitare un avviso o addirittura una cartella esattoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate che chiede in modo coattivo la riscossione delle somme dovute.
Proprio per tutte queste ragioni è meglio affidare la compilazione di un modello così delicato e importante ad un professionista, come un consulente del lavoro oppure un commercialista.