Da diversi anni, le compagnie assicuratrici italiane hanno introdotto l’istituto della conciliazione paritetica. Sulla base di un Protocollo di Intesa sottoscritto da ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici) con le maggiori Associazioni dei Consumatori, gli assicurati che rivolgono reclami alla propria compagnia per richieste di risarcimento fino a 15.000 euro, hanno ora a disposizione uno strumento facile, rapido ed economico per definire la questione in modo bonario. Evitando Tribunali e carte bollate!
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Procedura in breve
La procedura di conciliazione paritetica nel campo delle assicurazioni ha inizio con una richiesta indirizzata a una delle Associazioni aderenti al Protocollo di Intesa.
Presupposto preliminare è, ovviamente, il fatto che l’assicurato abbia già proposto la contestazione in forma scritta alla propria azienda assicuratrice. E che questa non abbia risposto entro i termini previsti dalla legge; o che lo abbia fatto in maniera non gradita al cliente.
Condizioni
Altre condizioni per avvalersi della procedura sono:
- che l’assicurato non abbia dato mandato ad altri di rappresentarlo nella composizione della lite, oppure che abbia già revocato tale mandato
- che non abbia già accettato l’offerta risarcitoria formulata dall’assicuratore – se non come anticipo
- che abbia presentato richiesta di risarcimento all’assicuratore del proprio veicolo per i danni al conducente e alle cose; e all’assicuratore del veicolo vettore per i danni al trasportato (per i sinistri rientranti nella disciplina dell’indennizzo diretto)
Domanda
Presentare una domanda di conciliazione è molto semplice: basta compilare il modulo apposito – scaricabile dai siti web di ANIA, delle singole Compagnie assicuratrici e delle Associazioni dei Consumatori aderenti all’accordo. (Ma se si ha poca dimestichezza con Internet e pc, è anche possibile ritirare i moduli presso gli uffici fisici delle medesime compagnie e associazioni). A questo va allegata tutta la documentazione relativa al sinistro in possesso del cliente (modulo CAI compilato, copia della richiesta di risarcimento alla compagnia, eventuale risposta negativa di quest’ultima etc.).
Da questo momento in poi, la “palla” passa nelle mani dell’Associazione in difesa dei consumatori, che si confronterà con la controparte per trovare un’intesa che accontenti entrambi. In pratica, dopo una prima serie di contatti informali, sarà istituita una commissione composta da un rappresentante della Associazione dei Consumatori incaricata e da un rappresentante della Compagnia Assicuratrice in lite, per discutere intorno a varie proposte di accordo. L’assicurato non deve sopportare (grandi) costi per l’attivazione della procedura*, e l’intera pratica si risolve nel giro di poche settimane – 30 giorni al massimo, a decorrere dal giorno in cui la Compagnia riceve la domanda formale da parte dell’Associazione.
Se poi, disgraziatamente, la transazione non dovesse riuscire (eventualità piuttosto rara), l’utente potrà sempre decidere di citare in giudizio la compagnia di assicurazioni, per risolvere le cose “alla vecchia maniera”.
Al contrario, se tutto procede per il meglio, i conciliatori redigeranno e sottoscriveranno un verbale di transazione, che – una volta firmato dal consumatore – acquisterà forza di contratto fra le parti e porrà fine alla controversia.
Le raccomandazioni dell’Ivass
Nonostante la vantaggiosità di tale istituto – ha fatto notare l’Ivass (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) in un recente intervento – il numero complessivo delle procedure conciliative attivate nel settore delle assicurazioni resta ancora marginale rispetto al totale delle controversie.
Ecco perché l’Autorità di Vigilanza ha sollecitato le singole imprese assicuratrici a pubblicizzare maggiormente tale possibilità, magari consegnando all’assicurato, in fase di stipula della polizza, una scheda informativa sulla conciliazione paritetica.
*eventualmente, potrà essergli richiesto il pagamento della quota di iscrizione all’Associazione interpellata.
Ivass: Bene la conciliazione paritetica, ma bisogna potenziarla
Nel maggio 2012, all’indomani della firma del Protocollo di Intesa fra ANIA e Associazioni dei Consumatori sulla conciliazione paritetica, l’Ivass (Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni) caldeggiava molto l’iniziativa, ed esortava le imprese assicuratrici ad attivarsi per diffondere il più possibile l’uso dello strumento conciliativo.
Lo scorso 20 ottobre 2014, a poco più di due anni di distanza da quella data, l’Authority sulle compagnie di assicurazione italiane è tornata sull’argomento, lamentando l’esiguo ricorso alla procedura stragiudiziale da parte degli utenti. Fra il 2013 e il 2014, infatti, meno di 300 controversie fra assicurati e assicuratori – su un totale di 300.000 circa – sono state trattate con la modalità della conciliazione paritetica. Insomma, anche considerando il limite di valore dei 15.000 euro, sono ancora molto pochi i consumatori che decidono di avvalersi di questa possibilità in alternativa alle vie processuali.
Eppure, una maggiore diffusione della procedura di transazione gioverebbe a entrambe le parti, in termini di tempi e costi – sia burocratici che monetari –; e faciliterebbe di certo i buoni rapporti compagnia/cliente. Non da ultimo, un utilizzo massivo della conciliazione potrebbe riflettersi positivamente sulla generalità degli assicurati, contribuendo a mantenere bassi i premi delle polizze.
Proposte dell’Authority per rafforzare lo strumento della conciliazione paritetica nel settore assicurativo
Ricorso alla conciliazione paritetica
Per promuovere il ricorso alla conciliazione paritetica, l’Ivass indica due diverse strade:
- Da una parte, realizzare una comunicazione più efficace dell’istituto. A tale scopo, l’Authority suggerisce alle imprese assicuratrici di dare risalto alla conciliazione paritetica sulle pagine dei propri siti Internet; e di consegnare ai clienti del materiale sinteticamente esplicativo su tale procedura in fase di stipula della polizza.
- Parallelamente, l’Autorità propone, poi, di allargare i punti di accesso alla procedura e di semplificarne l’avvio.
In particolare, chiede alle Compagnie Assicuratrici di farsi carico anch’esse di ricevere le domande di attivazione (qualora, magari, l’assicurato non sappia a quale Associazione dei Consumatori rivolgersi), per poi trasmetterle alle Associazioni competenti.
Allo stesso tempo, l’Istituto di Vigilanza sollecita compagnie e associazioni a istituire corsi formativi per conciliatori, in modo da aumentare il numero di professionisti che possano occuparsi delle pratiche.
E ancora, propone di consentire l’inoltro delle domande di conciliazione anche via posta ordinaria.
In conclusione, pur riconoscendo la bontà complessiva dell’impianto della conciliazione paritetica in materia assicurativa, l’Ivass sta stimolando le imprese ad attuare interventi incisivi per potenziarne l’efficacia.