Sicurezza e banche di questi tempi non sono esattamente un binomio che funziona. I casi Banca Etruria, Cassa Marche prima, il caso delle Banche venete come la Popolare di Vicenza e Veneto Banca poi e le vicende legate a Monte dei Paschi di Siena oggi, hanno rappresentato un pesante attacco alla credibilità del sistema bancario italiano quanto meno nell’opinione pubblica. Tuttavia e per fortuna, il rating banche italiane conferma che sono in gran parte solide e affidabili, e ciò viene ampiamente confermato dalle principali agenzie che si occupano di misurare la sostenibilità dei conti dei principali Istituti di credito nel tempo. Una fotografia della situazione in Italia l’aveva scattata lo scorso dicembre, l’Università Bocconi con riferimento alla situazione del 2015.
Prima di entrare nel merito e parlare di nomi, alcune considerazioni di metodo. I nomi e le posizioni in classifica rivelano a volte delle sorprese a testimonianza di come non sempre la percezione generale corrisponda ai criteri che gli addetti ai lavoro utilizzano. I parametri usati sono inerenti, da un lato alla convenienza dei costi per la clientela e dall’altro alla solidità patrimoniale dell’Istituto. Sono dati pubblicati a fine 2016 e pertanto successivi alla diffusione dei dati relativi agli stress test effettuati dall’Autorità bancaria Europea ma come detto si riferiscono al 2015. La Classifica, si basa sull’incrocio di tre parametri – solidità patrimoniale, indice di redditività, andamento del titolo in borsa e Isc inteso come l’indice dei costi legati al conto corrente.
La classifica finale ha escluso Banca Mediolanum e Mediobanca che formalmente sarebbero ai primi due posti ma vengono escluse. La prima, perché basa la sua attività di vendita su quella dei suoi promotori finanziari, la seconda invece, perché non opera direttamente con la clientela retail ma soltanto istituzionale. Ecco dunque che la classifica cambia volto e mette al primo posto Banca Intesa , seguita da Ubi banca e quindi da Banco Popolare. Curiosa la sesta posizione in questa classifica di Mps, che almeno nel 2015, ostentava una situazione che in termini comparativi era tutt’altro che critica.
Nello specifico I giudizi hanno tenuto conto di tre criteri inerenti la solidità patrimoniale – Cet1, Tier 1 e Total Capital Ratio – uno di redditività, l’andamento del titolo in borsa e infine due indicatori che quantificato due indicatori – cosiddetti Isc – ovvero i costi del conto corrente. A seguire Credem, Popolare di Milano e appunto Monte dei Paschi di Siena. Diventerà utile per i consumatori, il momento in cui determinati parametri saranno formalmente associati alla documentazione fornita al momento di stipulare contratti di apertura del conto corrente.