Immaginiamo un parlamento, da una parte c’è il partito dell’analisi fondamentale, dall’altro quello dell’analisi tecnica.
Ovviamente ci sono gli estremisti… ma spesso il compromesso per andare avanti lo si trova, e non potrebbe essere altrimenti, al centro.
Gli analisti tecnici “puri” o “classici” ritengono che l’unico modo per vincere in borsa è guardare i grafici e solo quelli, perché così, non ci si fà influenzare da notizie, annunci, voci o indiscrezioni che corrono sulle agenzie di stampa o peggio, nei corridoi delle sim.
Questo perché il prezzo si forma come una sorta di equilibrio tra domanda e offerta scontando, pertanto, sia gli elementi reali derivanti dall’analisi fondamentale, sia gli elementi psicologici (sentiment e aspettative), sia le “informazioni riservate” che ogni giorno influenzano le contrattazioni.
L’analista fondamentale, invece, guarda le variabili macroeconomiche, settoriali ed aziendali ed in base a queste fa le sue valutazioni.
Si tratta sicuramente di un metodo di analisi più corretto da un punto di vista teorico, ma non per questo meno soggettivo.
Il livello di difficoltà è sicuramente maggiore, sia per le informazioni necessarie, non certo disponibili a tutti, sia per le conoscenze richieste, non alla portata di tutti.
Alla fine si giunge all’individuazione di un valore intrinseco del titolo emettendo il relativo giudizio, in base all’ipotesi che nel medio-lungo periodo, il prezzo di mercato del titolo tende ad allinearsi al suo valore intriseco o “reale”.
I problemi sono due:
- l’analisi fondamentale, anche se siamo capaci, non la possiamo fare da noi se non su dati “vecchi”! Per cui dobbiamo sempre affidarci agli specialisti del settore che lavorano per banche o società di consulenza
- non esiste un solo criterio di valutazione; ecco spiegato i diversi target price (prezzi obiettivo) emessi da diverse banche o società di valutazione nei confronti dello stesso titolo
L’analisi tecnica, si dice, è a buon mercato.
Questo perché gli strumenti che utilizza un analista tecnico, un tempo non andavano oltre una matita, un righello ed un foglio di carta millimetrata.
Oggi gli analisti tecnici si sono attrezzati con dei computer superpotenti su cui girano sofisticati trading system (programmi di compravendita computerizzati) che incrociano 20-30 indicatori diversi.
Vi assicuro che il risultato, tranne poche eccezioni, non è cambiato di molto, con la differenza che prima si potevano seguire al massimo 30-50 titoli… oggi ne possiamo seguire anche 3000-4000, tanto è il computer che ci mette in evidenza le migliori occasioni.
Per scelta editoriale, nella sezione dedicata all’analisi tecnica dei titoli della Borsa di Milano, cercheremo di seguire il vecchio metodo, matita e righello, anche se trasportato in formato elettronico con un software specifico.
La grande forza dell’analisi tecnica sta non tanto nella capacità di previsione, che rimane soggettiva e dipendente dalla capacità ed esperienza dell’analista, ma nella forte riduzione delle informazioni necessarie.
Per una buona analisi servono, infatti, solo 5 valori:
- prezzo di apertura
- prezzo di chiusura
- prezzo minimo
- prezzo massimo
- volume
Cinque valori ormai di dominio pubblico, sull’elaborazione dei quali solo la fantasia dell’analista pone limiti.
Chiunque può, pertanto, fare dell’analisi tecnica, o almeno provarci.
Il risultato non è garantito, perché ciò che conta è l’esperienza acquisita.
Quando tutti conoscono bene un supporto o resistenza, capita che questo non funziona, oppure, quando tutti si aspettano che non funzioni… ecco che con precisione respinge i corsi.
Insomma, non è facile… ma è sicuramente un’arma in più che oggi ha chi vuole fare da sè le proprie scelte d’investimento.
Su cosa si basa l’analisi tecnica?
L’analisi tecnica si basa su tre variabili:
- il prezzo
- il tempo
- il volume
Il prezzo viene rilevato in diversi modi:
- il prezzo d’apertura, cioè il prezzo a cui si aprono le contrattazioni
- il prezzo minimo
- il prezzo massimo
- il prezzo di chiusura, cioè il prezzo dell’ultimo contratto scambiato
Poi vi sono:
- il prezzo di riferimento, ossia il prezzo medio ponderato dell’ultimo 10% della quantità scambiata
- il prezzo ufficiale che è il prezzo medio ponderato, ossia la media dei prezzi scambiati pesati con le rispettive quantità.
Per es. se si scambiano 1000 pezzi a 2€, 2000 pezzi a 2.5€ e 5000 pezzi a 3€ il prezzo ufficiale sarà 2.75€.
Quest’ultimo può essere preferito al prezzo di chiusura nel caso si tracci un grafico lineare, cioè un grafico con un solo valore di prezzo al giorno.
Nei grafici in cui trovano posto tutti e quattro i valori di prezzo (open, close, low, high) si dovrà scegliere come “close”, cioè come chiusura l’utimo prezzo od il prezzo di riferimento.
Al riguardo vi sono preferenze diverse, perché nel caso di forte o strano movimento finale del prezzo, l’uno o l’altro possono risultare ingannevoli.
Il tempo di analisi
Il tempo dipende dall’orizzonte di analisi.
Solitamente riguardo il tempo si usano grafici con cadenza giornaliera e settimanale. I grafici con compressione giornaliera (daily) vengono usati per orizzonti temporali max di 14-16 mesi, altrimenti è opportuno usare quelli a compressione settimanale.
Per analisi di lungo periodo si usano grafici con compressione mensile o annuale. Mentre per le analisi di brevissimo, come per il trading intraday, si usano anche grafici a 5 minuti!
E’ importante osservare grafici dello stesso titolo ma con diverso orizzonte temporale perchè così si notano livelli di supporto o resistenza che altrimenti non apparirebbero e che invece influenzano l’andamento dei corsi.
E’ anche noto che all’interno di un trend vi sono dei movimenti contrari detti “correzzioni” che possono essere utilmente sfruttati solo se si cambia l’orizzonte temporale d’investimento.
Si potrebbe ad esempio tenere una posizione rialzista di medio termine e compiere comunque un’operazione ribassista di brevissimo periodo!
Le due operazioni non vanno confuse perché appartenenti a due diversi domini temporali.
Il volume è il numero delle azioni scambiate nel periodo considerato.
Questa informazione è importante perché ci consente di capire l’intensità che c’è dietro la variazione di prezzo corrispondente.
Per dirla semplicemente, una cosa è che un titolo sale del 4% con un milione di pezzi scambiati, altra cosa che sale della stessa percentuale con solo 10000 pezzi, magari scambiati da solo 2 persone!
Nel primo caso si tratta sicuramente di una base informativa più attendibile su cui impostare delle decisioni.